Lo studio di specie animali di interesse comunitario potenzialmente presenti entro la Rete di Riserve

Nell'anno 2013 la Rete di riserve "alta Val di Cembra - Avisio" ha realizzato sul proprio territorio una ricerca faunistica su specie animali di elevato valore conservazionistico in quanto inserite negli allegati della Direttiva "Habitat.
Scopo delle indagini era lo studio della distribuzione di taluni Mammiferi, Uccelli e Insetti la cui presenza sul territorio della Rete non era stata fino ad allora accertata (= il reale, il picchio cenerino, la bigia padovana, l'averla piccola, il cerambice della quercia, il cervo volante e la rosalia delle Alpi) oppure la diffusione dei quali era mal conosciuta (= i e 'ululone dal ventre giallo).
La finalità dello studio non era però unicamente scientifica ma anche gestionale in quanto grazie ad esso sono state definite le misure necessarie alla tutela delle diverse specie.


Risultati


Gufo reale
Il Gufo reale è il più grande rapace notturno europeo; in Italia nidifica sull'Arco alpino e in alcuni settori dell'Appennino. In Trentino si insedia di regola su versanti rocciosi situati a quote medio-basse, spesso prospicienti i fondivalle che rappresentano per la specie importanti territori di caccia. Cavità della roccia e cenge riparate sono sfruttate pure per la nidificazione. Le prede sono rappresentate da Uccelli e Mammiferi che possono raggiungere anche la taglia di una volpe ma normalmente sono di dimensioni assai più ridotte (= ratti, ricci, ghiri, piccoli uccelli ecc.).

  • Risultati della ricerca
    È stata accertata l'esistenza di una coppia territoriale di gufo reale all'interno dei confini della Rete di Riserve e altri due territori occupati dalla specie sono stati localizzati ai suoi margini. Questi territori sono stati scoperti grazie al rinvenimento di borre (= rigurgiti di cibo non digerito), piume e resti di predazioni.
  • Indicazioni gestionali
    Il gufo reale è particolarmente sensibile al rischio dell'elettrocuzione che costituisce il principale problema gestionale per questo rapace. Sul territorio della Rete in occasione delle indagini sono stati individuati diversi tralicci della media tensione che per localizzazione e tipologia rappresentano delle potenziali "trappole ecologiche" per il gufo reale. Tali tralicci è opportuno che vengano messi in sicurezza isolando opportunamente i loro cavi elettrici.

Picchio cenerino
Il picchio cenerino ha una distribuzione che in Italia è circoscritta all'Arco alpino centro-orientale. Questo picchio si nutre prevalentemente di formiche che vengono ricercate sia all'interno della porzione inferiore dei tronchi sia negli acervi (= formicai realizzati dalle formiche del gruppo Rufa). Il nido viene scavato nei tronchi degli alberi, talvolta esso si trova a poca distanza dal suolo oppure in alberi che crescono "a picco" su versanti molto ripidi o addirittura su pareti rocciose.

  • Risultati della ricerca
    I censimenti hanno portato all'individuazione di sei coppie di picchio cenerino sul territorio della Rete di Riserve "alta Val di Cembra - Avisio". Questa specie è risultata presente sia sul fondovalle che sulla dorsale montuosa.
  • Indicazioni gestionali
    La tutela degli alberi con cavità-nido, l'incremento della necromassa boschiva (= alberi morti) che costituisce un habitat importante per gli insetti di cui si nutre il picchio cenerino e la tutela dei formicai che rappresentano importanti punti di alimentazione, rappresentano le principali indicazioni gestionali per il picchio cenerino.

Bigia padovana
La bigia è un piccolo Passeriforme insettivoro, estremamente raro e localizzato sia a livello provinciale che nazionale, per il quale sono note pochissime località di presenza per l'intero territorio trentino. È una specie molto elusiva che raramente abbandona il folto della vegetazione e spesso solamente i richiami e il canto relativamente melodioso ne tradiscono l'esistenza. La bigia padovana si nutre di piccoli invertebrati e di bacche. È specie migratrice transahariana, cioè sverna a sud del grande deserto nordafricano, presente in Trentino dalla fine di aprile ai primi giorni di settembre.

  • Risultati della ricerca
    Complessivamente sono stati individuati 4 maschi cantori di bigia padovana, due nella zona di Capriana, uno a Grumes e uno a Valda. Le osservazioni ripetute della specie nei mesi di maggio, giugno e luglio fanno ritenere più che probabile la nidificazione sul territorio della Rete di Riserve. A causa delle abitudini particolarmente elusive della specie risulta difficile formulare una valutazione precisa della popolazione complessiva ospitata sul territorio della Rete, verosimilmente essa può essere stimata tra le 4 e le 10 coppie.
  • Indicazioni gestionali
    L'attenta conservazione della tipologia ambientale molto particolare prediletta dalla bigia padovana che è rappresentata da fitte macchie di arbusti ai margini di prati e coltivi, rappresenta l'unica indicazione gestionale che è possibile fornire.

Averla piccola
L'Averla piccola è un piccolo Passeriforme appartenente alla famiglia dei Lanidi con abitudini insettivore e in parte anche carnivore, può infatti predare occasionalmente piccoli uccelli e micromammiferi. La specie è un migratore presente in Trentino tra il mese di maggio e il mese di agosto. Il nido viene posto di preferenza nel fitto di qualche cespuglio spinoso.

  • Risultati della ricerca
    Complessivamente sul territorio della Rete di riserve "alta Val di Cembra - Avisio" sono stati individuati 24 territori occupati da altrettante coppie di Averla piccola. I territori sono situati a una quota variabile tra 710 e 1080 m slm, con una quota media che si attesta a 967 m slm. La distribuzione dei territori nell'area indagata non è omogenea: la maggior parte di essi, 16, è concentrata infatti in un'area relativamente piccola, corrispondente agli ambienti agricoli circostanti Capriana, mentre le restanti 8 coppie sono sparpagliate negli ambienti prativi presso Valda (2 coppie), Grumes (3 coppie), Masi di Grumes (2 coppie) e Carbonare (1 coppia).
  • Indicazioni gestionali
    La conservazione dei prati con cespugli rappresenta la migliore strategia per la tutela locale della specie. Le operazioni di sfalcio dell'erba dovrebbero tuttavia rispettare gli eventuali cespugli ben sviluppati già ora presenti entro i confini dei prati, siti importanti per la riproduzione dell'averla piccola così come per le sue attività di alimentazione, analogamente andranno rispettate anche le fasce di arbusti, sopratutto quelli spinosi, che bordano i prati, altrettanto importanti per la specie.

Cerambice della quercia
Il cerambice della quercia è un grosso Coleottero. Sia allo stadio adulto che larvale la specie è legata alla presenza di annosi esemplari di quercia ma può colonizzare anche altre latifoglie. Lo sviluppo delle larve si protrae per alcuni anni e si conclude con lo sfarfallamento degli adulti che ha luogo dalla fine di maggio all'inizio di agosto. La vita di questi ultimi, che sono attivi prevalentemente nelle ore notturne, dura qualche mese al massimo e si conclude comunque entro il mese di ottobre.

  • Risultati della ricerca
    Le indagini realizzate non hanno portato all'accertamento della presenza del cerambice della quercia entro i confini della Rete di riserve.
  • Indicazioni gestionali
    Anche se il cerambice della quercia non è attualmente presente sul territorio della Rete di riserve "alta Val di Cembra - Avisio" si suggerire di favorire l'attrattività dei boschi di latifoglie per tale specie, lasciando sviluppare e invecchiare nei boschi di fondovalle un congruo numero di alberi di quercia.

Cervo volante
Il cervo volante è il più grande Coleottero europeo; i maschi possiedono mandibole molto sviluppate che ricordano le corna di un cervo mentre le femmine sono più piccole e hanno mandibole assai più corte. La deposizione delle uova e lo sviluppo delle larve ha luogo in ceppaie e vecchi tronchi di numerose essenze arboree oltre alle querce che rappresentano le specie preferite, comprese anche conifere come il peccio e il pino. Lo stadio adulto è assai effimero dal momento che non supera il mese di vita al contrario dello stadio larvale che può invece protrarsi fino a otto anni. I cervi volanti adulti sono presenti nei boschi tra la fine di maggio e agosto. I maschi in particolare si spostano in volo al crepuscolo e nelle prime ore della notte mentre le femmine si muovono prevalentemente sul suolo.

  • Risultati della ricerca
    Il cervo volante è stato rinvenuto nel territorio della Rete di riserve "alta Val di Cembra - Avisio". Sulla base dei dati e delle informazioni raccolte si ritiene che la distribuzione della specie sia pressoché continua nei boschi che si trovano nella forra dell'Avisio almeno fino all'altezza di Grauno. Più a nord di tale località la presenza della specie è invece dubbia.
  • Indicazioni gestionali
    Il cervo volante è legato ai boschi di latifoglie che occupano i versanti della forra dell'Avisio e la sua tutela richiede il rispetto degli alberi, soprattutto le querce, deperienti e seccaginosi, privilegiando quelli di maggiori dimensioni, più ricchi di cavità e ramosi.

Rosalia delle Alpi
La rosalia delle Alpi è un vistoso Coleottero dalla livrea grigio-azzurra con caratteristiche macchie scure, assai raro e localizzato. Le larve di rosalia delle Alpi si sviluppano nel legno di faggio secco anche se possono colonizzare pure altre specie di latifoglie. Dopo due o tre anni di vita larvale, tra maggio e agosto ha luogo lo sfarfallamento degli adulti. Questi ultimi sono attivi durante il dì soprattutto nelle ore centrali delle calde giornata estive fino all'inizio di settembre, sebbene il loro periodo di maggiore attività coincida con i mesi di luglio e di agosto.

  • Risultati della ricerca
    Le indagini hanno dato risultati negativi: la rosalia delle Alpi pare proprio non essere presente attualmente entro i confini della Rete di riserve.
  • Indicazioni gestionali
    L'unica misura che potrebbe favorirne la presenza della rosalia delle Alpi nei boschi della Rete di riserve è rappresentata dalla diffusione della sua pianta nutrice, il faggio, e dall'invecchiamento delle faggete cembrane unitamente al rilascio in bosco di un'adeguata quantità di legno morto in piedi.

Pipistrelli
I pipistrelli sono gli unici Vertebrati volanti viventi oltre agli Uccelli. Complessivamente sono state descritte ben 1.231 specie di pipistrelli, 27 delle quali sono quelle presenti in Trentino. Le specie di pipistrello della nostra provincia sono tutte insettivore e caratterizzate da vita attiva notturna; questi animali trascorrono infatti il dì nei propri ripari che a seconda delle specie sono costituiti da grotte, caverne, miniere, spaccature di rocce, muri, sottotetti, cantine, cavità negli alberi ecc. Durante le ore notturne invece essi conducono vita attiva utilizzando le emissioni ultrasoniche che sono in grado di emettere per spostarsi con sicurezza nel buio ma anche per cacciare le proprie prede. In autunno ha luogo l'accoppiamento dopodiché gli animali, sempre a seconda delle specie, cadono in letargo oppure compiono spostamenti migratori anche su lunghe distanze. In primavera ha luogo il risveglio dalla latenza invernale e, per le femmine, la gestazione che si conclude in estate con il parto di uno, massimo due piccoli.

  • Risultati della ricerca
    Le ricerche, condotte anche con l'utilizzo di strumentazione specifica in grado di registrare gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli, hanno permesso di appurare la presenza in alta Val di Cembra, di ben 11 diverse specie. Alcune di esse poi, come i ferri di cavallo minore e maggiore e la nottola di Liesler, posseggono un notevole valore scientifico e conservazionistico.
  • Indicazioni gestionali
    La tutela dei locali, come le soffitte e i sottotetti, che ospitano pipistrelli nei centri abitati e il rispetto dei vecchi alberi ricchi di cavità nei boschi costituiscono la principale indicazione gestionale per tutelare questi importanti Mammiferi.

Ululone dal ventre giallo
L'ululone dal ventre giallo è un piccolo Anfibio Anuro dall'addome vivacemente colorato che un tempo veniva considerato estremamente comune in Trentino ma che ora è divenuto decisamente infrequente. A differenza di molte altre specie di Anfibi, l'ululone dal ventre giallo si riproduce dalla primavera fino all'autunno deponendo ovature formate da poche uova. Tale strategia riproduttiva è conseguente alle caratteristiche dei particolare ambienti colonizzati che sono rappresentati da pozzanghere e piccole raccolte d'acqua anche artificiali, i quali talvolta si inaridiscono o vengono inquinati con conseguente distruzione di ovature e girini. Diluendo la deposizione delle uova su tutto l'arco della bella stagione è quindi più probabile che qualche riproduzione riesca comunque ad andare a buon fine.

  • Risultati della ricerca
    Le indagini hanno incrementato il numero di siti noti per la specie nel territorio della Rete di riserve. Tali località sono situate sia sul fondo della forra dell'Avisio, che in corrispondenza di fontanelle e pozze nelle campagne attorno agli abitati, così come in talune zone umide localizzate lungo i fianchi dei dossi che chiudono verso l'alto la valle.
  • Indicazioni gestionali
    Le popolazioni cembrane di ululone dal ventre giallo sono tra le più significative tra quelle ancora ospitate dal territorio provinciale, non solo e non tanto per la quantità degli animali che le costituiscono quanto piuttosto per la buona distribuzione dei siti che le ospitano che sono presenti in maniera abbastanza continua dal fondovalle fino alla media montagna.

 Relazione tecnica conclusiva